Per la varietà degli habitat presenti anche su una superficie piuttosto ridotta, la flora dei tre SIC è estremamente varia ed interessante, a maggior ragione tenendo in considerazione la grande antropizzazione delle pianure dell’Italia settentrionale. Per la posizione geografica dei siti, la storia geologica e le particolarità pedologiche e climatiche degli ambienti si è determinata una ricchezza floristica che non ha riscontri in zone umide similari. Uno dei caratteri più interessanti di tale flora è rappresentato dalla presenza di numerose specie tipiche delle zone montuose, che sono pervenute in queste aree planiziali durante le glaciazioni e vi si sono mantenute grazie alla freschezza del clima garantita dall’affioramento di acque a temperatura costante. Le specie interessate frequentano soprattutto le torbiere basse alcaline, come Pinguicula alpina, Parnassia palustris, Primula farinosa, Tofieldia calyculata, Carex davalliana, Eriophorum latifolium, ma alcune si sono adattate alla praterie umide, come Gentiana verna, Gentiana utriculosa, Gentianella pilosa, Gymnadenia odoratissima. Le vicende climatiche seguite alle ultime glaciazioni hanno anche contribuito alla differenziazione in queste aree di diverse specie endemiche che rendono assolutamente peculiare la flora di queste torbiere. Armeria helodes, Erucastrum palustre, Euphrasia marchesettii, Centaurea forojuliensis si sono probabilmente differenziate, nell’immediato post-glaciale, in seguito all’isolamento ecologico dell’area con caratteristiche diverse da quelle delle pianure circostanti, soprattutto per i suoli più freschi, nettamente alcalini ed estremamente oligotrofi. La ricchezza floristica è inoltre incrementata da un contingente di specie a gravitazione orientale come Plantago altissima, Allium suaveolens, Thalictrum lucidum e Cirsium canum, caratteristiche delle praterie umide a Molinia, mentre non mancano specie a distribuzione meridionale come Holoschoenus vulgaris e Orchis laxiflora. I tre siti ospitano complessivamente il 100 % della popolazione mondiale di Armeria helodes, specie di interesse comunitario prioritario, e il 98% della popolazione di Erucastrum palustre (Allegato II), nonché le principali popolazioni di Euphrasia marchesettii (Allegato II). Oltre alle specie endemiche, la flora dell’area annovera alcune tra le specie più rare della flora italiana: l’orchidea Liparis loeselii, specie di interesse comunitario, gravemente minacciata in Italia, e Anagallis tenella, minuscola primulacea a distribuzione atlantica quasi estinta sul territorio nazionale, che mantiene alcune stazione nelle Risorgive. Vi si trovano inoltre numerose altre specie in pericolo o comunque rare a livello nazionale a causa della forte contrazione degli ambienti umidi e delle modificazioni climatiche, tra le quali: Allium suaveolens, Allium angulosum, Baldellia ranunculoides, Cirsium canum, Gentiana pneumonanthe, Hippuris vulgaris, Hottonia palustris, Orchis palustris, Plantago altissima, Senecio paludosus, Senecio fontanicola, Sesleria uliginosa, Spiranthes aestivalis, Utricularia australis. Complessivamente l’area interessata dal progetto ospita ben 20 specie inserite nel Libro Rosso delle Piante d’Italia.

Link interessanti - Gruppo Regionale di Esplorazione Floristica - Università di Udine, catalogazione floristica per la didattica 
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