Austropotamobius pallipes fulcisianus Gambero di fiume Direttiva 92/43/CEE all. II e V Il gambero di fiume frequenta le rogge delle risorgive dove la corrente è moderata o forte e dove il fondale è in prevalenza ghiaioso e sabbioso. È di abitudini crepuscolari e notturne e di giorno si nasconde tra le radici degli alberi, sotto le pietre o in gallerie che scava lungo le sponde. È onnivoro e si nutre di piante e di altri invertebrati. Si riproduce da settembre ad ottobre. Le femmine recano le uova fecondate sotto l’addome fino all’inizio dell’estate successiva quando nascono le larve. Queste diventano adulte dopo 3-5 anni. Tutti i crostacei vivono in una specie di corazza rigida che non aumenta di dimensioni con la crescita dell’animale e viene perciò cambiata quando diventa troppo stretta (muta). Al momento della muta il gambero deve trovarsi un nascondiglio, perché in quei momenti è molto vulnerabile alla predazione. La muta inizia sul dorso del vecchio rivestimento cutaneo che si spacca ed il gambero ne esce lentamente. Il gambero appena sgusciato è molle in quanto il nuovo involucro che ricopre il suo corpo si indurisce lentamente. Dopo qualche ora è abbastanza rigido ed il gambero può uscire dal suo nascondiglio. Il vecchio rivestimento si chiama esuvia e viene abbandonato nell’ambiente. Questa specie è presente in tutte le regioni italiane escluse le isole. La sottospecie fulcisianus è endemica italiana. Il gambero di fiume è considerato in declino in Italia a causa del peggioramento della qualità biologica dei corsi d'acqua (inquinamento), e della modifica dei corsi d'acqua naturali. Contribuiscono alla sua diminuzione anche l’abbondante prelievo (vietato però da molti anni in Friuli Venezia Giulia), l’introduzione di specie di gamberi da altri paesi e la diffusione in tutta Europa di un fungo che causa la "peste del gambero". Recentemente è stato immesso nei corsi d'acqua della regione il gambero rosso della Luisiana (Procambarus clarkii), importato a scopo alimentare e ornamentale, ma caratterizzato da una notevole capacità di soppiantare lespecie locali sia attraverso la competizione per lo spazio ed il cibo, sia attraverso la trasmissione di malattie. Le sue capacità riproduttive e la sua grande mobilità creano preoccupazione per la conservazione del gambero di fiume e per il mantenimento degli equilibri dell’ecosistema acquatico. 
A. Toselli © |

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