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Life Friuli Fens - conservazione e ripristino di torbiere calcaree

(1) Barbus plebejus - S. Zanini ©

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INVERTEBRATI

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PESCI

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Barbo (Barbus plebejus)space
Cobite fluviale (Cobitis tenia)space
Lampreda padana (Lethenteron zanandreai)space
Scazzone (Cottus gobio)space
Trota marmorata (Salmo marmoratus)space
Vairone (Leuciscus souffia)space
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ANFIBI

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RETTILI

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UCCELLI

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MAMMIFERI

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GALLERIA FOTOGRAFICA
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LIFE FRIULI FENS

pesci

 

La buona qualità delle acque delle risorgive, la buona offerta di cibo e la varietà dei microambienti presenti favoriscono la presenza di numerose specie di pesci.
Queste si distribuiscono lungo i corsi d'acqua a seconda delle loro esigenze di rifugio, cibo e riproduzione.
Ben sei pesci sono inclusi negli allegatidella Direttiva Habitat come specie di interesse comunitario e dieci nella Lista rossa degli animali d'Italia come vulnerabili o a basso rischio a causa della distruzione degli ambienti fluviali e di risorgiva.

 

Specie di interesse comunitario incluse negli allegati della Direttiva Habitat:
• scazzone (Cottus gobio)
• vairone (Leuciscus souffia)
• barbo (Barbus plebejus)
• lampreda padana (Lethenteron zanandreai)
• trota marmorata (Salmo marmoratus)
• cobite comune (Cobitis taenia)

 

Specie incluse nella Lista rossa degli animali d’Italia:
• scazzone (Cottus gobio)
• vairone (Leuciscus souffia)
• barbo (Barbus plebejus)
• lampreda padana (Lethenteron zanandreai)
• trota marmorata (Salmo marmoratus)
• cobite comune (Cobitis taenia)
• sanguinerola (Phoxinus phoxinus)
• ghiozzo padano (Padogobius martensi)
• panzarolo (Knipowitschia punctatissima)
• luccio (Esox lucius)

 

Nelle acque a corrente media/veloce, con il fondo di ghiaia o sabbia e con poca vegetazione vivono lo scazzone (Cottus gobio) ed il vairone (Leuciscus souffia) che sono due pesci che si nutrono per lo piùdi invertebrati.
Sono presenti anche due specie onnivore: il barbo (Barbus plebejus) e la sanguinerola (Phoxinus phoxinus).
Tutte queste specie depongono le uova sotto i sassi e nella ghiaia per evitare che la corrente le porti via. Il maschio dello scazzone fa il nido sotto i sassi e sorveglia le uova fino alla loro schiusa. A parte il barbo che può raggiungere dimensioni elevate, gli altri sono pesci di media taglia, lunghi fino a 15 cm.
Ad eccezione della sanguinerola, le altre 3 specie sono incluse negli allegati della Direttiva Habitat, mentre tutte figurano nella Lista rossa degli animali d'Italia.
In questa fascia vive anche la lampreda padana (Lethenteron zanandreai), alla quale è dedicata una scheda. Un tempo erano frequenti in questo ambiente anche la trota marmorata (Salmo marmoratus) ed il temolo (Thymallus thymallus). La prima è una specie endemica della pianura padano-veneta, anch'essa inclusa negli allegati della Direttiva Habitat e nella Lista rossa degli animali d'Italia come specie in pericolo.
Ora, nella zona delle risorgive, è stata soppiantata dalla trota fario (Salmo trutta), una specie che però è in competizione alimentare con la trota marmorata immessa artificialmente a scopi di pesca sportiva. Le due specie si incrociano tra di loro e nelle acque si trovano così degli ibridi anche se localmente il fenomeno è poco frequente.
Poiché in questo modo si viene a perdere il patrimonio genetico della specie originaria, questo fatto è considerato dai biologi molto negativo, e viene indicato come “inquinamento genetico”.
Il temolo è una specie spiccatamente sensibile alla qualità delle acque e l’inquinamento, assieme all’assenza di aree idonee alla riproduzione, ha contribuito alla sua rarefazione.

 

Nella fascia di acque a corrente più lenta e con vegetazione più fitta vivono delle specie onnivore come la scardola (Scardinius erythrophthalmus), la tinca (Tinca tinca) ed il cobite comune (Cobitis taenia).
Queste specie depongono le uova attaccandole alla vegetazione oppure sul fondo. Tra questi pesci è la tinca a raggiungere le dimensioni maggiori (anche oltre i 30 cm), mentre il cobite comune non supera i 12 cm. Il cobite è incluso sia negli allegati della Direttiva Habitat sia nella Lista rossa degli animali d'Italia.
Da segnalare anche altre due specie onnivore: il cavedano (Leuciscus cephalus) e la carpa (Cyprinus carpio). Tra i pesci che si nutrono prevalentemente di sostanze ani mali ci sono l’alborella (Alburnus alburnus alborella), l’anguilla (Anguilla anguilla), il ghiozzo padano (Padogobius martensi), il panzarolo (Knipowitschia punctatissima), il luccio (Esox lucius) ed il pescepersico (Perca fluviatilis).
Ad eccezione dell’anguilla che si riproduce nell’Oceano Atlantico, tutte le altre specie depongono le uova in questi ambienti. Il ghiozzo padano e il panzarolo fanno invece un nido che è sorvegliato dal maschio. Il ghiozzo padano, il panzarolo ed il luccio sono inclusi nella Lista rossa degli animali d'Italia.

 

Le specie estranee
Nelle acque delle risorgive sono presenti anche alcuni pesci che sono stati importati da altri paesi o continenti per vari motivi: a scopi di pesca sono state immesse nelle acque la già menzionata trota fario, la trota iridea (Oncorhynchus mykiss) ed il pesce gatto (Ictalurus melas); a scopi ornamentali invece è stato importato dal Nord America e liberato nelle acque naturali il persico sole (Lepomis gibbosus).
Anche altri due pesci di piccolissime dimensioni si possono trovare nelle acque delle risorgive: lo pseudorasbora (Pseudorasbora parva) originario dell’Asia, e la gambusia (Gambusia holbroki), introdotto dagli Stati Uniti per combattere la malaria eliminando le larve di zanzare, di cui si nutre. Le specie estranee (dette anche “esotiche”, “aliene” o “alloctone”) hanno un effetto negativo sulle popolazioni di pesci locali. Possono diventare nuovi predatori delle loro uova e del novellame, possono occupare gli spazi o consumare e distruggere la risorsa alimentare.
Alcune specie possono incrociarsi con quelle locali, ed infine possono essere portatrici di nuove malattie e nuovi parassiti prima non presenti. Per questo motivo attualmente l’introduzione di specie non locali in Italia è vietata.

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