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Life Friuli Fens - conservazione e ripristino di torbiere calcaree

(1) Circus pygargus - S. Zanini ©

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INVERTEBRATI

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PESCI

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ANFIBI

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RETTILI

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UCCELLI

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Cormorani (Phalacrocoracidae)space
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Rapaci diurni (Falconiformes)space
Rallidi (Rallidae)space
Caradriformi (Charadriiformes)space
Columbidi (Columbidae)space
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Coraciformi (Coraciiformes)space
Picchi (fam. Picidae)space
Passeriformi (Passeriformes)space
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MAMMIFERI

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GALLERIA FOTOGRAFICA
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LIFE FRIULI FENS

Rapaci diurni (ord. Falconiformes)

 

Le torbiere della zona delle risorgive rivestono particolare importanza per la sosta, lo svernamento e la riproduzione delle albanelle e del falco di palude (gen. Circus). Le albanelle sono rapaci diurni di medie dimensioni con corpo snello, ali e coda lunghe e strette, caratterizzati da uno spiccato dimorfismo sessuale: i maschi adulti hanno il piumaggio quasi interamente di colore grigio e le femmine di colore prevalentemente marrone screziato, con evidente groppone di colore bianco.
Sono dotate di volo assai caratteristico e particolarmente elegante con battiti d'ala alternati a scivolate con le ali a "V"; frequentano ambienti aperti con scarsa vegetazione arbustiva ed arborea.

L’albanella minore (Circus pygargus) è migratrice regolare, presente da aprile fino ad agosto-settembre in diversi ambienti di pianura della nostra regione dove, localmente, si riproduce. Fino a circa quindici anni fa le Risorgive dello Stella rappresentavano il sito più importante a livello regionale per la riproduzione di questa specie. In particolare le torbiere, negli anni ‘80 del secolo scorso, ospitavano una popolazione nidificante di almeno quindici coppie.Successivamente si è manifestata una progressiva rarefazione della specie in quasi tutti i siti riproduttivi noti della regione e attualmente l’albanella minore è ancora presente con una popolazione che in tutta l’area non supera le 3-4 coppie nidificanti, che spesso non riescono ad ultimare il ciclo riproduttivo.

Dal mese di ottobre l’albanella minore che sverna in Africa, viene sostituita dall’affine albanella reale (Circus cyaneus), migratrice regolare e svernante nel territorio regionale. I primi soggetti, provenienti soprattutto dall’Europa centro-settentrionale, si osservano già dall’inizio di ottobre e la permanenza in loco di questa specie si protrae fino alla fine del mese di marzo, con osservazioni sporadiche anche in aprile. La popolazione svernante può variare sensibilmente di anno in anno e la specie è generalmente più frequente durante gli inverni più rigidi. Le torbiere delle risorgive rappresentano in questo caso degli ottimi ambienti per l’ubicazione dei dormitori comuni.
Censimenti periodici effettuati in questi siti dalla fine del mese di ottobre alla fine di marzo, hanno evidenziato che le massime concentrazioni si rilevano durante il mese di gennaio con 15-20 soggetti censiti. Al di fuori dei siti di pernottamento, la specie può essere osservata in tutti gli ambienti aperti idonei, soprattutto quelli di pianura e della fascia lagunare.

Si ricorda infine l’albanella pallida (Circus macrourus), poco frequente in tutta la regione e segnalata unicamente durante i movimenti migratori, per la quale sono note pochissime osservazioni per l’area presa in esame.

Il falco di palude (Circus aeruginosus) è presente tutto l’anno anche se non in modo regolare. In regione questa specie frequenta soprattutto l’ambiente lagunare costiero e la bassa pianura, con l’eccezione del periodo migratorio, in particolare in primavera (marzo-maggio), quando può essere osservato in transito in gran parte delle zone aperte del territorio regionale. Gli ambienti frequentati per la nidificazione sono quasi sempre caratterizzati dalla presenza della canna palustre (Phragmites australis). Circa dieci anni fa si è evidenziata una graduale colonizzazione di siti adatti alla riproduzione in zone umide interne della pianura. Tale tendenza è stata verificata anche negli ambienti umidi idonei presenti nella zona delle risorgive con una coppia che si è riprodotta per circa cinque anni.

Il nibbio bruno (Milvus migrans) è un migratore regolare e fino a qualche anno fa anche nidificante regolare con alcune coppie nella zona delle risorgive, all’interno dei confini del SIC. Questo rapace è facilmente riconoscibile in volo per la caratteristica coda leggermente forcuta. Le prime segnalazioni in primavera si hanno generalmente nell’ultima decade di marzo; durante la migrazione post-riproduttiva può essere osservato fino alla fine di settembre.
I nidi vengono di solito costruiti su vecchie farnie all’interno degli ultimi lembi di bosco planiziale o, più raramente, su alberi isolati lungo le siepi.
È un rapace opportunista che, oltre a catturare animali vivi, si ciba spesso anche di carogne e di rifiuti. Per la ricerca del cibo frequenta diversi tipi di ambiente compresi gli allevamenti ittici e le discariche di rifiuti urbani.
Indagini recenti effettuate per individuare le coppie nidificanti di questa specie hanno evidenziato una rarefazione locale durante il periodo riproduttivo senza che si siano individuate le cause che l’hanno provocata.

Il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) è un migratore regolare e nidificante localizzato. I primi soggetti vengono segnalati già nell’ultima decade di marzo, anche se i passaggi di maggiore entità nella nostra regione si hanno soprattutto durante il mese di maggio. Consistenti movimenti si registrano anche alla fine di agosto-primi di settembre, con permanenza in loco di singoli individui fino alla fine del mese. Le coppie che si riproducono nell’ambiente delle risorgive si insediano soprattutto all’interno degli ultimi lembi di bosco planiziale e durante il periodo riproduttivo non sono facilmente individuabili a causa delle abitudini schive e riservate; anche i nidi, che vengono in genere costruiti su vecchi alberi, spesso sono difficili da individuare. Negli ultimi anni è stato notato un incremento del numero di coppie che si riproducono in loco.
Questa specie si ciba soprattutto di imenotteri sociali (larve, adulti, parti di nidi di bombi, vespe, api, ecc.); non di rado, è possibile sorprendere individui isolati mentre stanno scavando buche nel terreno per predare i nidi di questi insetti.

Il lodolaio (Falco subbuteo) è un falco migratore che giunge nel territorio regionale in aprile-maggio e riparte per i quartieri di svernamento in settembre; come nidificante si localizza soprattutto in ambienti di pianura, più raro in collina e media montagna.
Durante il periodo riproduttivo frequenta ambienti caratterizzati dalla presenza di spazi aperti alternati ad aree boscate, con alti alberi isolati; può nidificare anche all’interno dei pioppeti di impianto sfruttando vecchi nidi di corvidi.
La riproduzione è piuttosto tardiva; probabilmente le deposizioni non avvengono prima della seconda metà di giugno. Sono stati più volte individuati nidi contenenti giovani non volanti anche nel mese di agosto, periodo nel quale è più facile localizzare le coppie nidificanti grazie al comportamento meno schivo degli adulti.
Si ciba in prevalenza di piccoli uccelli che cattura in volo, in particolare rondini e rondoni, e grossi insetti; occasionalmente è stato osservato catturare dei chirotteri (pipistrelli).

Tra gli altri rapaci diurni presenti nella zona si ricorda anche il falco pescatore (Pandion haliaetus), segnalato durante i movimenti migratori e alcune specie nidificanti quali la poiana (Buteo buteo), lo sparviere (Accipiter nisus) in espansione negli ultimi decenni in tutta la pianura e, tra i falchi, il gheppio (Falco tinnunculus), più frequente nelle campagne coltivate circostanti.

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