Creazione di microhabitat per il miglioramento della biodiversità nelle torbiere alcaline La biodiversità nelle torbiere è drammaticamente diminuita negli ultimi 20 anni, a causa della mancanza degli sfalci e del circolo vizioso rappresentato dall’abbassamento della falda e la conseguente eutrofizzazioneper nitrificazione della sostanza organica accumulata. Poche specie molto competitive sopravvivono (Cladium mariscus, Schoenus nigricans, Molinia caerulea) e anche se gli sfalci sono ristabiliti, per molti anni non si creano nicchie favorevoli ad altre specie. Per combattere questo fenomeno e ricreare condizioni favorevoli per le specie target, da trapiantare da coltivazione ex-situ, in aree limitate si asporterà il materiale vegetale accumulato e lo strato superiore di cotico, fino a raggiungere un livello idrico adeguato. Con uno scavatore leggero, operante su piattaforme o durante il gelo, si asporteranno singoli tussock o uno strato di 10-30cm di zolla in modo non uniforme, raggiungendo in alcuni casi i livelli ghiaioso-sabbiosi. I tussock e le zolle ottenuti o saranno trasportati ed utilizzati nelle aree da ricostruire, per accelerare il processo di colonizzazione. L’azione dovrà ricreare condizioni favorevoli, intese sia dal punto di vista dei livelli idrici che delle caratteristiche pedologiche (pH, azoto disponibile), principalmente nei confronti delle specie endemiche di Allegato II, ma anche per numerose altre specie di interesse conservazionistico un tempo anche molto frequenti nelle Risorgive ed ora quasi estinte. Nei confronti delle specie Armeria helodes ed Erucastrum palustre in particolare l’azione consentirà di creare nuove stazioni (grazie alla riproduzione ex-situ di esemplari da reintrodurre) in grado di riconnettere stazioni attualmente isolate ed a permettere scambi genici tra le diverse popolazioni. Risultati Questa azione ha permesso la reintroduzione in ambienti naturali di numerosi individui di specie di interesse comunitario stenoendemiche e stenoecie a forte rischio di estinzione: Erucastrum palustre ed Armeria helodes. Nel complesso sono stati creati 14 microhabitat con l’ausilio di un piccolo escavatore e 19 realizzati manualmente. Infatti sono state utilizzate due diverse tecniche di intervento: a) Asporto di piccole zolle di vegetazione con l’ausilio di un leggero escavatore attrezzato di benna di ridotte dimensioni. Il mezzo si muoveva su zatteroni per non danneggiare lo strato vegetale. b) Taglio a raso della copertura erbacea su superfici limitate di torbiera, circa una decina di mq, con utilizzo di decespugliatori a lama. Realizzazione di buche nell’area decespugliata, utilizzando una trivella con punta di piccolo diametro. Trapianto degli esemplari nelle buche predisposte. L’area media della superficie di torbiera trattata era di 10 mq. Il loro stato di conservazione si può dedurre anche dal censimento puntuale di Armeria helodes ed Erucastrum palustre effettuato nell’ambito del monitoraggio della vegetazione. 
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