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Life Friuli Fens - conservazione e ripristino di torbiere calcaree

(1) Life Friuli Fens ©

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INTRODUZIONE

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MINACCE

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OBIETTIVI

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AZIONI
AZIONI PREPARATORIEspace
ACQUISIZIONE DI TERRENIspace
INTERVENTI, SFALCI E DECESPUGLIAMENTOspace
INTERVENTI, MIGLIORAMENTO HABITAT BOSCHIVIspace
INTERVENTI, RIPRISTINO DI HABITAT NATURALI SU TERRENI COLTIVATIspace
INTERVENTI, INTERVENTI SUL RETICOLO IDROGRAFICOspace
INTERVENTI, CREAZIONE DI MICROHABITATspace
INTERVENTI, POTENZIAMENTO VIVAIOspace
GESTIONE ORDINARIAspace
DIVULGAZIONEspace
MONITORAGGIO DELLA VEGETAZIONE
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LIFE FRIULI FENS

Ripristino di habitat naturali su terreni coltivati

Gli interventi di ripristino prevedono la realizzazione di habitat differenti (torbiera bassa alcalina, torbiera calcarea a Cladium mariscus, acque oligotrofiche a Chara, prati umidi a Molinia), per rispecchiare il mosaico diambienti che caratterizzava queste zone prima delle grandi bonifiche e che rifletteva il differente livello della falda freatica locale rispetto al piano di campagna.

Per ricreare gli habitat più strettamente igrofili è necessario che la falda freatica possa emergere in superficie, almeno per parte dell’anno (torbiera alcalina) o per l’intero periodo dell’anno (cladieto, frammisto ad olle a Chara).

Dopo la bonifica idraulica, è quindi necessario asportare il terreno fino a ritrovare condizioni idrauliche adatte, simili a quelle che hanno originato le torbiere alcaline, ovvero la falda freatica che sgorga in superficie attraverso gli strati ghiaioso-sabbiosi. Asportando il terreno superficiale si elimina anche l’eccesso di fertilità chimica causato da decenni di coltivazioni, che non consentirebbe l’instaurarsi di vegetazioni oligotrofiche, nonché un buona parte delle banca semi delle specie infestanti.

Operando gli scavi a quote diverse rispetto alla falda (cioè eliminando spessori crescenti di top-soil), si possono creare condizioni idriche e di fertilità adatte a diverse associazioni vegetali.

La ricostruzione della torbiera alcalina è naturalmente un obiettivo a lungo termine e la finalità immediata dell’intervento è quella di ri-creare le condizioni adatte alla formazione della torba.

Gli scavi creano condizioni di suolo primitivo, per la mancanza della sostanza organica, e solo alcune delle specie delle torbiere potranno da subito colonizzare i nuovi habitat. Per abbreviare i tempi, si riporta pertanto materiale vegetale, provenienti da sfalci e decespugliamenti, eventualmente integrato da adatto compost vegetale, per tentare la reintroduzione, da seme o piantina, delle diverse specie tipiche prodotte nel vivaio.
La mancanza di sostanza organica non ha invece effetti negativi sul ripristino della vegetazione a Cladium mariscus, le cui radici sono anche in condizioni naturali ancorate ai livelli ghiaiosi.

Anche per il ripristino dei prati umidi si opera con simili modalità, anche se naturalmente in questo caso sarà asportato uno strato di top-soil più ridotto, sempre funzionale ad ottenere condizioni idrauliche soddisfacenti (terreni saturi d’acqua almeno per parte dell’anno) e ad abbassare l’eutrofizzazione dei terreni.

I terreni da ripristinare sono infatti molto vocati per il mais e concimati pesantemente per sostenere le notevoli rese. Senza una riduzione della fertilità dei suoli non è pensabile riprodurre i prati locali a Molinia, spiccatamente oligotrofici. Inoltre, la quantità di organi di riproduzione (rizomi, semi) delle specie infestanti delle colture presenti nei terreni rende necessaria l’adozione di una o più tecniche agronomiche per contenere il problema, come la lavorazione profonda per cercare di riportare in superficie gli strati non inquinati da infestanti, uno o più cicli di coltivazione di cereali vernini o graminacee foraggere senza concimazione, lavorazioni superficiali ripetute più volte almeno per una stagione vegetativa.

Dopo la preparazione del suolo e l’eventuale integrazione di strame triturato, si semina in superficie, con spargiconcime portato su trattore, un miscuglio di specie adatte ai singoli siti, composti da seme ottenuto dalla trebbiatura di prati mesofili e dalla coltivazione nel vivaio, integrati, se necessario, da alcune specie di graminacee disponibili in commercio.

Le semine sono quindi integrate dal trapianto di esemplari in contenitore, prodotti in vivaio, di specie di interesse conservazionistico e di specie caratteristiche dell’habitat.

 

Risultati

Le azioni di rinaturazione vere e proprie hanno interessato circa 20 ha di superficie complessiva, di cui 7 a prateria meso-igrofila e 13 a torbiera alcalina e palude calcarea.

L’azione di ripristino dello stato naturale e delle sue funzioni è stata costituita da diverse fasi temporali a partire dall’acquisizione dei terreni, allo scavo di  rimodellamento delle superfici e, nel caso della ricostituzione di praterie, alla preparazione del letto di semina, alle semine e successivo trapianto degli esemplari prodotti in vivaio. Altri interventi culturali dovranno essere realizzati successivamente nel tempo. Attualmente sono osservabili i vari gradi di sviluppo dei numerosi ripristini realizzati nel passato. I più consolidati risalgono a circa 10 anni fa e sono stati effettuati nell’ambito di un precedente Progetto LIFE.

Per quanto riguarda i rimodellamenti geomorfologici sono stati movimentati circa 75.000 mc di terre da scavo.

Oltre alle semine di fiorume e graminacee sono stati trapiantati numerosi esemplari di specie, tipiche soprattutto di prateria umida e di torbiera, alcune anche assai rare, tutte coltivate nel vivaio potenziato tramite il progetto.

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