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Life Friuli Fens - conservazione e ripristino di torbiere calcaree

Life Friuli Fens ©

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INTRODUZIONE

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MINACCE

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OBIETTIVI

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AZIONI
AZIONI PREPARATORIEspace
ACQUISIZIONE DI TERRENIspace
INTERVENTI, SFALCI E DECESPUGLIAMENTOspace
INTERVENTI, MIGLIORAMENTO HABITAT BOSCHIVIspace
INTERVENTI, RIPRISTINO DI HABITAT NATURALI SU TERRENI COLTIVATIspace
INTERVENTI, INTERVENTI SUL RETICOLO IDROGRAFICOspace
INTERVENTI, CREAZIONE DI MICROHABITATspace
INTERVENTI, POTENZIAMENTO VIVAIOspace
GESTIONE ORDINARIAspace
DIVULGAZIONEspace
MONITORAGGIO DELLA VEGETAZIONE
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LIFE FRIULI FENS

Potenziamento vivaio

Data la limitata superficie degli habitat naturali sopravvissuti ed il loro isolamento, in un’area fortemente antropizzata, il progetto LIFE prevede la creazione di nuovi habitat a partire da terreni agricoli, anche per ri-collegare popolazioni ormai isolate di specie di interesse conservazionistico.

Trattandosi di aree coltivate ormai da decine di anni, non possiamo attenderci una rigenerazione della vegetazione naturale a partire dalla banca semi del terreno.

Di conseguenza il progetto prevede la gestione ed il potenziamento dell’esistente vivaio gestito dal Servizio, con lo scopo di produrre direttamente tutto il materiale riproduttivo da utilizzare nei ripristini previsti dal progetto. L’esperienza pluriennale ha dimostrato per molte specie la necessità di utilizzare piantine allevate in contenitore (che si rivelano preferibili agli stessi trapianti di zolle naturali), piuttosto che il semplice utilizzo del seme raccolto nell’habitat idoneo. Questo vale soprattutto per le specie più rare e a rischio di estinzione.

L’azione prevede quindi la costruzione di una nuova serra, che si affiancherà ad una già esistente, dotata di idonee attrezzature come impianto di irrigazione, riscaldamento, bancali sopraelevati. Si prevedono inoltre parcelle in pieno campo per la produzione di seme per alcune specie con buona capacità germinativa e concorrenziale una volta seminate direttamente in campo.

Il seme utilizzato nel vivaio è raccolto direttamente, con le dovute cautele per non depauperare la banca semi locale, negli habitat dei SIC della pianura friulana.

 

Il vivaio

L’attività sarà distinta in due filoni: la produzione di piantine in contenitore per il successivo trapianto in situ e la produzione di seme per l’utilizzo diretto sui terreni opportunamente preparati.
Saranno prodotte come piantine in contenitore tutte le specie rare e di interesse conservazionistico, (Direttiva 92/43/CEE, Lista rossa nazionale, Lista rossa regionale) e tutte le specie di particolare difficoltà nella germinazione o lentezza nell’accrescimento, che necessitano di diverse stagioni (fino a 3-4) per giungere alla fioritura e fruttificazione (es. Iris, Gladiolus, Gentiana, Leucojum, ecc). In linea di massima inoltre saranno prodotte in contenitore tutte le specie della torbiera alcalina in grado di insediarsi sui substrati primitivi oligotrofici creati dagli scavi per l’asporto del top-soil.
Vengono inoltre prodotte in contenitore alcune specie caratteristiche, vistose e colorate (es. Iris sibirica, Hemerocallis lilio-asphodelus, Primula farinosa), che contribuiscono a dare immediata riconoscibilità agli habitat ripristinati.
Saranno prodotte come seme soprattutto le specie dei prati umidi, che hanno dimostrato, in precedenti progetti, buone capacità di attecchimento e capacità concorrenziali quando usate direttamente sul terreno. Tale seme integrerà quello raccolto direttamente, sui prati più asciutti, con l’utilizzo della mietitrebbiatrice.
Il vivaio ha sede presso la proprietà regionale Volpares, in Comune di Palazzolo dello Stella, a pochi chilometri dall’area del progetto: a regime sarà costituito da due serre in tubi di acciaio e copertura in materiale plastico, dotate di impianto di irrigazione, riscaldamento, bancali sopraelevati, nonché due tunnel per l’ ambientamento delle piantine prima del trapianto e 15.000 mq di parcelle.

 

(1) il vivaio - Life Friuli Fens ©(2) il vivaio - Life Friuli Fens ©(3) serra - Blason ©(4) serra - Blason ©(5) serra - Taverna ©(6) tunnel di acclimatamento - Blason ©

(7) serra - Blason ©(8) serra - Blason ©(9) serra - Life Friuli Fens ©(10) Globularia vulgaris - Rocco ©(11) Euphorbia villosa - Rocco ©(12) Irisi sibirica - Life Friuli Fens ©

(13) Irisi sibirica - Life Friuli Fens ©(14) Armeria helodes - Rocco ©(15) Life Friuli Fens ©(16) Primula farinosa - Rocco ©(17) Tetragonolobus maritimus - Rocco ©(18) Genista germanica - Rocco ©

(19) Iris sibirica - Life Friuili Fens ©(20) Life Friuili Fens ©(21) Life Friuili Fens ©(22) Primula farinosa - Life Friuli Fens ©(23) Pulsatilla - Rocco ©(24) Cirsum canum - Life Friuili Fens ©

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Risultati

È stata portata a termine la costruzione della serra prevista dal progetto che si affianca a quella costruita della regione su altri fondi. In particolare con fondi LIFE è stata acquistata una serra modulare, dotata di automazione delle aperture, sicurezza vento e pioggia, sistema di aerazione e copertura in film plastico ad intercapedine d’aria nonché dei bancali mobili sui quali sono posti i contenitori con le piantine coltivate. Tale dotazione ha consentito di agevolare il lavoro delle maestranze e al contempo ottimizzare l’utilizzo dello spazio interno alla serra.

La serra è stata attrezzata anche con un generatore d’aria calda. Il riscaldatore produce un getto di aria calda che circolando all’interno della serra previene, nel periodo invernale, il congelamento dei semenzali. I due tunnel, utilizzati per ultimare la crescita delle piante prima del trapianto in situ, sono stati muniti di impianto di irrigazione, costituito da due linee di tubazioni in PVC che percorrono la lunghezza del tunnel, a circa due metri di altezza dal terreno. A queste linee sono inseriti dei tubicini di gomma fatti calare verticalmente fino a circa 1.50 m dalla superficie del tunnel. Le canne sono provviste all’estremità di ugello nebulizzatore. L’acqua passando attraverso gli ugelli è dispersa in finissime gocce, nebulizzata. Questa modalità esclude i danni causati dall’azione battente dei sistemi a pioggia e da uniformità agli apporti. I vantaggi si traducono in una maggior percentuale di semi germinati e quindi di piante prodotte. Inoltre si è avuto un notevole risparmio di manodopera in quanto non più impegnata ad irrigare manualmente le piantagioni.

Una prima fase sperimentale, iniziata nel 2004 (prima dell’inizio del presente progetto) e conclusa nel 2007, ha portato alla distinzione di due modalità di ricostituzione della flora presente originariamente nelle aree ripristinate. Si notò infatti che nei ripristini la semina del fiorume (Trifolium montanum, Anthyllis vulneraria, Filipendula vulgaris, Centaurea scabiosa, Centaurea jacea, Hypochaeris maculata, Bromopsis erecta, Koeleria pyramidata, Briza media, Onobrychis arenaria, Buphtalmum salicifolium, Dianthus carthusianorum, Biscutella laevigata, Lotus corniculatus, Euphorbia verrucosa, Polygala forojuliensis, Silene nutans, etc), ottenuto dalla trebbiatura di prati mesofili e igrofili, non dava tutti i risultati voluti in quanto gli esemplari delle specie meno competitive erano sopraffatti dalle specie più concorrenziali, già nelle primissime fasi della crescita. Inoltre il fiorume risultava essere privo dei semi delle specie a fioritura tardiva e di quelli più piccoli (ad esempio Primula farinosa, Parnassia palustris, Anagallis tenella, Drosera rotundifolia, Tofieldia calyculata, Pinguicula alpina, Gratiola officinalis, Gentiana verna, tutte le orchidee, etc.) che non possono essere selezionati dagli apparati vagliatori delle trebbiatrici. Si è deciso quindi di indirizzare la coltivazione delle piantine del vivaio prevalentemente per la produzione del seme delle specie più competitive oppure di esemplari per il trapianto. Dall’esperienza acquisita in campo è stata stilata una lista di riferimento che distingue le specie da coltivare in parcella e quelle adatte al trapianto.

Contemporaneamente alle osservazioni in campo si sono testate nel vivaio le tecniche ed i materiali più adatti per la propagazione da seme delle specie selezionate. Attualmente la sperimentazione è indirizzata verso l’affinamento delle tecniche colturali, l’individuazione di metodologie di coltivazione delle specie la cui propagazione in vivaio è giudicata insoddisfacente e la coltivazione di nuove entità.

Attualmente sono presenti nella serra circa 45.000 individui appartenenti a 64 specie differenti.

Raggiunta l’età compresa tra sei mesi ed un anno, le piantine necessitano di essere trasferite, a seconda della specie e della velocità di crescita, in contenitori di maggiori dimensioni. Il passaggio favorisce lo sviluppo dell’apparato radicale e rinvigorisce la crescita degli organi aerei.
Quando le piantine raggiungono circa un anno di età sono trasferite dalla serra LIFE a quella limitrofa, ad eccezione di alcune specie la cui crescita è particolarmente rapida, quali Taraxacum palustre e Crepis slovenica che possono essere trapiantate in situ lo stesso anno della semina.

Parte delle piantine prodotte nel vivaio sono state trapiantate in campo nelle parcelle appositamente predisposte a fianco delle serre, allo scopo d’ottenere seme monospecifico da spargere direttamente sulla superficie nuda dei terreni da poco ripristinati. Le specie preferite per la produzione di seme sono quelle che possiedono alta percentuale di germinazione abbinata ad una crescita rapida, buone capacità di accestimento e copertura. Infatti la funzione prevalente di queste specie, nell’ambito degli interventi di ripristino condotti, è quella di prevenire la crescita soprattutto delle infestanti comunemente presenti nei coltivi.
Sono state realizzate nuove parcelle e restaurate le esistenti. Attualmente ci sono 24 parcelle di terreno destinate a coltivazione di singole specie. La superficie parcellare totale è di circa 1500 mq sulla quale si sono alternate le specie.
Fino ad oggi sono stati trapiantati, nei terreni già ripristinati, circa 56.000 esemplari di specie locali.

Le specie messe a coltura per la produzione di seme sono: Plantago altissima, Tetragonolobus maritimus, Betonica officinalis, Knautia drymeia, Filipendula vulgaris, Dorycnium herbaceum, Iris sibirica, Molinia cerulea, Scorzonera villosa, Centaurea scabiosa, Succisa pratensis, Salvia pratensis, Scabiosa columbaria, Prunella laciniata, Carex distans, Carex lepidocarpa, Carexpanicea, Carex tomentosa, Carex umbrosa, Carex flacca, Carex davalliana, Carex hostiana.

Le fase sperimentale di coltivazione delle specie spontanee è molto avanzata e per quasi tutte le specie sono state individuate le modalità di semina e coltivazione ideali.
Per ogni set di semi, denominato lotto, è stata predisposta una scheda numerata che ne segue la storia dalla raccolta, alla semina, alle fasi di germinazione, a tutti i trattamenti effettuati fino al trapianto finale in natura.

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