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Life Friuli Fens - conservazione e ripristino di torbiere calcaree

Armeria helodes - Di Gallo ©

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specie di interesse comunitario e piante endemiche

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Armeria helodesspace
Centaurea forojuliensisspace
Erucastrum palustrespace
Euphrasia marchesettiispace
Gladiolus palustrisspace
Liparis loeseliispace
Senecio fontanicolaspace
Spiranthes aestivalisspace
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Specie del libro rosso piante d'Italia

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RELITTI GLACIALI

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ALTRE PIANTE CARATTERISTICHE

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GALLERIA FOTOGRAFICA
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LIFE FRIULI FENS

Armeria helodes

Armeria helodes  Martini et Poldini - Armeria delle paludi
Famiglia: Plumbaginaceae

Specie neo-endemica, originatasi nel post-glaciale da popolazioni di Armeria alpina giunte nella pianura friulana nelle fasi di espansione dei ghiacciai, che si trovarono isolate geneticamente nell’area delle risorgive, in analogia a quanto accaduto in Baviera con l’affine Armeria purpurea.
I delicati fiori di un tenue colore rosato, che appaiono dalla fine di aprile a giugno, sono portati su steli privi di foglie, mentre queste ultime, strettamente lineari e lunghe 5-10 cm, sono disposte in dense rosette basali, che contrastano nella torbiera con il loro colore pallido contro il verde cupo dei cespi di Schoenus nigricans.
La specie vegeta esclusivamente nelle torbiere basse alcaline dell’associazione Erucastro-Schoenetum, (compresa nell’alleanza Caricion davallianae), su suoli torbosi saturati dalla falda freatica, ricca di calcio e magnesio. Nell’associazione vegetale la specie occupa una particolare nicchia ecologica rappresentata dalla sommità dei cespi di Schoenus e Molinia, sottraendosi così da un lato ai lunghi periodi di allagamento e dall’altro alla concorrenza esercitata dalle specie più robuste nei tratti meno umidi.
Diffusa finoall’inizio del XX secolo su un areale compatto esteso oltre 6.000 ettari, dei quali probabilmente oltre 1.000 erano adatti alla specie, sopravvive ora in sole 7 località isolate tra loro, costituite da pochi ettari ciascuna, per una superficie totale non superiore a 20 ettari. 
Le residue stazioni della specie, tutte comprese nei SIC, sono ormai tutelate ed in gran parte già acquisite dalla Regione Friuli Venezia Giulia, ma il numero degli individui (censiti regolarmente dal 2001) continua a decrescere, soprattutto a causa dell’abbassamento della falda freatica e delle conseguenti modificazioni all’habitat.
La specie, che è spiccatamente oligotrofa, eliofila e calcifila, non è infatti in grado di colonizzare altri habitat e si dimostra incapace di sopportare la concorrenza al minimo cambiamento delle condizioni ecologiche originarie delle torbiere alcaline.
Questi motivi e la considerazione che le popolazioni si trovano presso la soglia critica di sopravvivenza, separate da barriere ecologiche insormontabili, fanno realisticamente temere per la sopravvivenza della specie, che è stata inserita nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE come specie prioritaria.

G. Bolognini ©

G. Bolognini ©

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