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Life Friuli Fens - conservazione e ripristino di torbiere calcaree

Eriophorum latifolium - S. Zanini ©

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specie di interesse comunitario e piante endemiche

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Specie del libro rosso piante d'Italia

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RELITTI GLACIALI

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Drosera rotundifoliaspace
Eriophorum latifoliumspace
Gentiana vernaspace
Parnassia palustrisspace
Pinguicola alpinaspace
Primula farinosaspace
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ALTRE PIANTE CARATTERISTICHE

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GALLERIA FOTOGRAFICA
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LIFE FRIULI FENS

Eriophorum latifolium

Eriophorum latifolium  Hoppe - Pennacchio a foglie larghe
Famiglia: Cyperaceae

Specie ad ampia distribuzione euroasiatica, diffuso alle nostre latitudini soprattutto nelle zone montuose, fino a 2.000-2.200 metri di quota.
Il fusto è liscio, a sezione triangolare, alto a maturità finoa 70-80 cm e le foglie, di colore verde chiaro, sono larghe da 4 a 6 mm. L'infiorescenza è formata da 3-12 spighe pendule, sostenute da un peduncolo lungo 1-2 cm, scabro per corti peli. Dopo la fecondazione, le setole che nel fiore circondano l'ovario si allungano fino a 2-3 cm, formando i caratteristici pennacchi bianchi che vengono facilmente dispersi dal vento.
La specie è igrofila ed eliofila ed è presente in diversi habitat aperti, caratterizzati da suoli ricchi d’acqua, generalmente su substrato ricco di calcio, come torbiere alcaline e prati umidi di bassa produttività, habitat sorgentizi e bordi di ruscelli. Nelle Risorgive friulane la specie è presente come relitto della vegetazione microterma giunta in pianura durante l’epoca delle glaciazioni. 
La specie frequenta le aree più costantemente umide della torbiera alcalina a Schoenus nigricans (Erucastro-Schoenetum), su suolo non particolarmente povero. Fino a non molti anni fa la specie era molto comune negli habitat adatti e le sue fioriture, nel periodo maggio-giugno, erano caratteristiche dell’area. Ora, a causa della distruzione dei biotopi e più recentemente anche delle modificazioni climatiche, è diventato estremamente raro ed è forse la specie più a rischio, assieme a Gentiana verna, tra quelle presenti nelle Risorgive. A differenza infatti di altre relitti glaciali presenti nell’area, in difficoltà a causa dell’abbassamento della falda idrica, la specie sembra non aver avuto alcun giovamento neppure dalla ripresa degli sfalci, dimostrando chiaramente di soffrire le estati caldissime e siccitose che si verificano con regolarità a partire dagli anni ’90.

G. Bolognini ©

G. Bolognini ©

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